I vantaggi della diagnosi precoce:

  • Minore estensione locale della Neoplasia;
  • Modesta frequenza di metastasi linfonodali;
  • Assenza di metastasi a distanza;
  • Minore entità di metastatizzazione occulta;
  • Maggiore tasso di guaribilità.

La prevenzione secondaria si basa soprattutto sugli interventi di screening, coinvolgendo persone asintomatiche e sane nella quasi totalità dei casi. Se un programma di screening è adottato, vi è la dimostrazione del vantaggio per la comunità nel suo complesso da un lato, a fronte di un rischio minimo per pochissimi individui di avere degli svantaggi dal programma poc’anzi menzionato.

Lo scopo dello screening oncologico è quello di ridurre la mortalità e, se possibile, anche l’incidenza, identificando individui con lesioni pre-sintomatiche, che possono richiedere ulteriori esami ed un eventuale trattamento.

Un trattamento appropriato per i casi identificati dallo screening “deve” comportare un tasso di guarigione decisamente più elevato. L’imperativo etico nello screening è quello di assicurare che i potenziali benefici superino gli svantaggi.

Per il programma di screening è necessaria un’organizzazione ben strutturata per assicurare che le risorse rese disponibili permettano l’erogazione di programma equo e di alta qualità per la popolazione sottoposta a screening, piuttosto di programma di qualità incerta, accessibile solo ad alcuni gruppi di popolazione.

Il ruolo della LILT è quello di assicurare la qualità e l’equità di ogni fase del programma di screening.

Quali sono i presupposti per introdurre un programma di screening?

1) La malattia rappresenta un importante problema di salute.
2) E’ disponibile un trattamento “accettabile” per i pazienti, ai quali è stata diagnosticata la malattia oncologica.
3) Sono disponibili strutture sanitarie per la diagnosi e la terapia.
4) E’ identificabile uno stadio di latenza (in altri termini: uno stadio precoce, asintomatico).
5) E’ disponibile un test od un esame utilizzabile, di “facile” esecuzione, poco invasivo, eventualmente ripetibile.
6) Il test deve essere accettabile dalla popolazione.
7) La storia naturale della malattia, incluso l’intervallo di passaggio tra malattia latente a malattia conclamata, deve essere conosciuta adeguatamente.
8) Devono essere già condivise dagli Operatori Sanitari le Linee-Guida e deve essere definito il consenso su chi trattare come paziente.
9) Il costo dei casi identificati dallo screening (incluse la diagnosi e la terapia dei casi diagnosticati) deve essere economicamente sostenibile dal Servizio sanitario.
10) Identificare i casi di malattia deve essere un processo continuo, non un progetto una tantum.
11) Un programma di screening può essere raccomandato se si determina riduzione di nuovi casi-cancro, attraverso l’individuazione e la cura di lesioni pre-maligne.
12) Un programma di screening può essere raccomandato se si determina riduzione del tasso di mortalità per il Cancro oggetto di screening, comportando nei casi individuati una migliore prognosi della malattia.

E’ ben documentata l’efficacia dello screening per il Tumore della Mammella, del Collo dell’Utero, del Colon-Retto. Non esiste, invece, evidenza che screening di popolazione per il Tumore della Prostata o per il Tumore della Testa e del Collo o per il Melanoma riduca la mortalità, per queste sedi. Sebbene non vi sia dimostrata efficacia dello screening per il Tumore del Polmone, l’incidenza può essere ridotta del 90% con la prevenzione primaria.


Studi in corso

I test di screening attualmente in studio sono:
1) il PSA (Antigene Prostatico sierico), per il cancro della prostata.
2) il Test immunologico per la ricerca del sangue occulto nelle feci, la sigmoidoscopia flessibile e la colonscopia per il cancro del colon retto.
3) l’ispezione visiva con acido acetico, la citologia in fase liquida ed il test per il papilloma virus umano per il cancro del collo dell’utero.
4) la tomografia assiale computerizzata per il cancro del polmone.

Nessun altro tipo di tumore è in questi tempi considerato un buon “candidato” per lo screening.

La LILT intende far pressione sulle autorità di governo per:

  • Attivare i programmi di screening di popolazione, per il tumore della mammella, del collo dell’utero, del colon retto;
  • Richiedere controlli di qualità, adeguate risorse tecniche e umane e tecnologiche;
  • Migliorare i programmi già in atto.

Inoltre, la LILT intende:

  • Aumentare la consapevolezza della popolazione sui programmi di screening oncologici;
  • Aumentare il tasso di partecipazione della popolazione;
  • Rendere accessibili ai Media le informazioni sui benefici e sui rischi da screening;
  • Promuovere la pubblicazione di opuscoli informativi, le campagne di informazione;
  • Sostenere i Siti Web, per estendere le conoscenze, le informazioni sugli screening;
  • Formare Professionisti ad hoc sulle procedure di esecuzione, sulla loro interpretazione, sulla raccolta dei dati, sulle analisi statistiche, sulle valutazioni di qualità.