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“L’Historia si può veramente deffinire una guerra illustre contro il tempo, perché togliendogli di mano gli anni suoi prigionieri, anzi già fatti cadaueri, li richiama in vita, li passa in rassegna, e li schiera di nuovo in battaglia.”

La citazione del Manzoni può, secondo me, spiegare benissimo la funzione che viene data alla cosiddetta “scrittura creativa  terapeutica”: cioè scrivere per rievocare, osservare, analizzare, capire il passato, raccontarlo traducendolo in immagini e condividerlo. D’altronde ne “La coscienza di Zeno” di I. Svevo, a Zeno Cosini, per guarire dalla sua malattia,  non viene suggerito di passare in rassegna il suo passato e di raccontare la sua autobiografia?

Oggi numerose sono le esperienze e le testimonianze dell’uso della scrittura, ma anche dell’arte in generale, in funzione terapeutica.

La più recente è la pubblicazione di un volume intitolato “Appunti di viaggio”dato alle stampe da Luisa Fioretto, primario oncologo dell’Ospedale  Santa Maria Annunziata di Firenze, che riporta le testimonianze di alcuni pazienti in diverse fasi della malattia. Per esempio: La scoperta, La minaccia, Perché, L’intervento, La chemio, Il corpo che cambia, Stanchezza, Il  dolore degli altri, Coraggio, Insieme. 

Si è visto dunque che parlare e poi scrivere, raccontare, esprimere i propri pensieri, le angosce, le ansie, ma anche le speranze, i miglioramenti, i sogni,  può migliorare la qualità della vita, soprattutto dal punto di vista psicologico, ma non solo.

Molti dati dimostrano, infatti, che riportare su una pagina quanto si sta vivendo mentre si affronta la difficile battaglia contro una grave malattia aiuta a rinforzare le difese immunitarie e a diminuire il dolore.

Certo non è facile essere disponibili a scrivere perché si ha paura di fare i conti col proprio vissuto, di soffrire ancora di più esprimendo quello che si ha dentro. Tuttavia l’esperienza della scrittura in gruppo può essere positiva da diversi punti di vista: oltre alla condivisione del dolore e della paura, mettere per iscritto una massa talvolta indistinta di pensieri, può aiutare a capire, a razionalizzare il proprio malessere  o ad affrontare la malattia con maggiore serenità.

Parlare o scrivere della propria vita è dunque un’esperienza che permette di capire e di affrontare coscientemente ciò che accade e di condividerlo con gli altri.