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salute-donnaIncontri di conoscenza, educazione e prevenzione per donne straniere

E' un laboratorio promosso dalla LILT, sez. provinciale di Udine, in collaborazione con l’Associazione femminile LA TELA, e destinato a tutte le donne interessate alla tematica, senza preclusione di età, provenienza, occupazione, condizione migratoria.

Obiettivi:

  • Promuovere e diffondere la cultura della prevenzione attraverso la corretta informazione, l’educazione sanitaria e la diagnosi precoce.
  • Ricercare intese e collaborazioni con organizzazioni operanti nel panorama locale, al fine di individuare eventuali percorsi comuni.

Scopo del progetto è quello di promuovere una serie di incontri in cui tutte le donne, senza alcuna differenza di origine, siano coinvolte nell’affrontare il tema della prevenzione, primaria e secondaria, nella consapevolezza che “prevenire è vivere”. Ne conviene necessariamente una corretta informazione scientifica sulle tematiche di cui sopra, convinti che il ruolo dell’informazione, e quindi della conoscenza del problema, sia l’arma vincente.

Il laboratorio si articolerà in tre incontri della durata di un’ora ciascuno, più un’altra ora per offrire momenti di ascolto.

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Relazione finale

donne1Nei giorni 7, 14, 21 aprile 2011, dalle ore 17.00 alle ore 19.00, nella sala A del Centro Polifunzionale di via Micesio, 31 Udine, messa a disposizione dall’Associazione Femminile La Tela, si sono tenuti tre incontri del Progetto Salute Donna rivolto alle donne straniere: due dedicati alla prevenzione del tumore al seno e del tumore al collo dell’utero e il terzo d’informazione sui servizi sanitari locali.

Il Progetto, che ha avuto forma di Laboratorio, è stato ideato e realizzato dalle volontarie della Consulta Femminile della LILT della Provincia di Udine in collaborazione con l’Associazione Femminile La Tela ed è stato sostenuto e patrocinato dalla Commissione Pari Opportunità del Comune, dalla Provincia e dall’associazione ACLI di Udine.

Al Laboratorio si sono iscritte 26 donne di varie nazionalità: albanese, kosovara, croata, tunisina, algerina, etiope, nigeriana, ghanese e nepalese. La presenza è stata alta e costante. Ha funzionato il servizio di babysitteraggio prestato da due volontarie LILT Sabina Basso e Elena Passon, rispettivamente insegnanti di scuola elementare e materna.

Erano presenti:

la dott.ssa Silvia Driussi, ginecologa dell'ASS 4 Medio Friuli, l’ assistente sanitaria sig.ra Ennia Salvador, la dott.ssa Valentina Brussi della Medicina Sociale del Dipartimento di Prevenzione ASS 4 Medio Friuli, la dott.ssa Sabina Venuti, psico-oncologa della LILT, la sig.ra Irma Guzmán mediatrice culturale e presidente dell’Associazione La Tela, la prof.ssa Sandra Dri, presidente della Consulta Femminile della LILT della provincia di Udine, la prof.ssa Daniela Rutter, referente del progetto , oltre alle volontarie LILT prof.ssa Savina Deotto e prof.ssa Giuseppina Calò. E’ stata sempre presente anche la mediatrice culturale dell’associazione La Tela, sig.ra Najada Hakjrai, che ha collaborato con la sig.ra Irma Guzman nella traduzione e nella comprensione dei discorsi delle due relatrici.

 donne2Nel primo incontro, dopo una presentazione delle finalità del progetto e dell’attività della LIILT fatta dalla presidente della Consulta, la dott.ssa Driussi ha introdotto il concetto di prevenzione, sconosciuto alla maggior parte delle partecipanti al laboratorio e ha sottolineato come sia possibile guarire quando la malattia è presa in tempo. Poi, supportando il discorso con semplici diapositive che illustrano i gesti che ogni donna dovrebbe fare almeno una volta al mese, si è soffermata a parlare dell’autopalpazione e ha insegnato come fare questo autoesame guardandosi allo specchio. Successivamente ha parlato della mammografia e ha spiegato, sempre con supporto visivo, in cosa consiste questa tecnica radiologica.

Nel secondo intervento la dott.ssa Driussi ha parlato del tumore del collo dell’utero. Innanzitutto ha spiegato come questo tipo di tumore si sviluppa e, in secondo luogo, ha evidenziato il fatto che tale malattia si manifesta maggiormente nelle donne dei paesi più poveri, dove non viene fatta la prevenzione. Per rendere più comprensibile il suo discorso a un pubblico straniero non ancora sufficientemente padrone della lingua italiana, si è servita di un ausilio anatomico riproducente l’apparato genitale femminile. Il suo intervento è proseguito con precise indicazioni sul PAP TEST, sull’età in cui bisogna iniziare a farlo e su come viene eseguito. A tal proposito ha mostrato gli strumenti (spatola, vetrino) utilizzati per effettuarlo e ha rassicurato così le presenti sulla semplicità e mancanza di dolore di tale esame.

 Infine la dott.ssa Driussi ha parlato del papilloma virus e della vaccinazione consigliata in Italia per le giovani donne. Ha suggerito alle donne con figlie adolescenti di recarsi all’ambulatorio del dipartimento di Prevenzione dell’Azienda Sanitaria per sottoporre le figlie alla vaccinazione non appena ricevono la lettera di convocazione.

donne3Durante gli incontri, dalla discussione con le donne presenti, è emerso che la maggioranza delle presenti (vuoi per motivi anagrafici vuoi per paese di provenienza) non aveva mai eseguito né un PAP TEST né un esame mammografico e neppure era a conoscenza del concetto di prevenzione, intesa come forma di investimento sulla salute. E’ risultato inoltre che le donne straniere si sentono a disagio quando il personale sanitario che effettua le indagini diagnostiche o le visite specialistiche è di genere maschile. Per le donne di religione musulmana questo è un problema molto serio che può essere superato solo se tali visite sono eseguite in presenza del marito.

Nel terzo incontro l’assistente sanitaria, sig.ra Ennia Salvador, ha iniziato la sua relazione con il concetto dello “star bene”, come donna, moglie, madre. Ha sottolineato poi il principio che la salute è “qualcosa in cui ognuno di noi deve investire soprattutto con la prevenzione” e ha indicato a chi e dove è possibile rivolgersi per la cura del proprio benessere fisico. A tale scopo ha fornito esaurienti informazioni sul sistema sanitario italiano e ha distribuito fotocopie con l’elenco di tutti i servizi a disposizione sul territorio (medico di famiglia, ufficio anagrafe migranti, consultorio familiare, visite specialistiche, attività ambulatoriale per stranieri), spiegandone il funzionamento.

Ha evidenziato inoltre che i programmi di screening oncologico regionale si sono dimostrati molto efficaci nel ridurre la mortalità o l’incidenza per i tumori della mammella, per i tumori del collo dell’utero e del colon retto. A tale proposito ha invitato le donne presenti, coinvolte nel programma di screening, a rispettare modi e tempi indicati nella lettera inviata dalla Regione attraverso le aziende sanitarie. Ha informato infine sull’opportunità di fruire del servizio di mediazione e di supporto culturale in presenza di problemi linguistici e di conoscenza dei servizi presenti nel territorio.

 Alla fine del terzo incontro è stato distribuito alle presenti un questionario di gradimento, di cui si allegano i risultati.

donne4Esauriti gli argomenti del Laboratorio, hanno preso la parola le volontarie della Consulta Femminile della LILT Sandra Dri e Daniela Rutter, che hanno spiegato alle donne come intendano dare continuità a questo progetto. La grande frequenza delle donne straniere agli incontri e il vivo interesse da loro dimostrato al problema della salute, hanno infatti fatto nascere nelle volontarie della LILT il desiderio di continuare l’attività iniziata con l’istituzione di un Punto Informativo Sanitario al quale le donne possano rivolgersi in caso di necessità. Il principale obiettivo di questo servizio è la disponibilità a mediare tra l’Azienda Sanitaria e le donne straniere, nel caso esse abbiano problemi di natura linguistica e culturale. L’aiuto potrebbe essere dato nella lettura e comprensione di lettere ricevute dall’ASS, nella prenotazione di esami, di visite specialistiche e nell’accompagnamento delle donne a seguire percorsi di salute e prevenzione, qualora non abbiano nessun supporto familiare.

Tutti gli incontri sono terminati in modo conviviale rendendo l’atmosfera creatasi tra relatrici e partecipanti ancora più, amicale , piacevole e multietnica.

Udine, 29 aprile 2011