Intervento dell'ing. Giorgio Arpino, Presidente della LILT Sezione Provinciale di Udine, dedicato a Francesco Cavallo, nel primo anniversario della sua scomparsa (04-04-2014) nell'occasione della Conferenza in sua memoria organizzata dalla famiglia.

IN MEMORIA DI FRANCESCO CAVALLO

L’amicizia con Francesco Cavallo ebbe inizio ancora nel 1977, quando Egli divenne subito il Neonatologo, anche se per caso, e poi il “Pediatra ufficiale”, questa volta per scelta, di mio figlio.

 

Essa, sviluppata nel tempo ed arricchita da una reciproca comunità d’intenti e stima, fu tale che Francesco, con affettuosa insistenza, nel 2011 si adoperò per spingermi e convincermi a entrare a far parte attiva della grande famiglia LILT, che oggi mi onoro di rappresentare.

Per tutto ciò oggi sono qui, a tracciare il mio breve profilo di Francesco Cavallo, oltretutto rispettoso della cortese e gradita proposta di Roberta.

L’UOMO …

  • Nato a Cerignola (Foggia) e laureato all’università di Ferrara, arrivato a Udine come ufficiale medico all’ospedale militare, Francesco si faceva subito apprezzare per le Sue doti umane e professionali.

  • Ben integrato fin da subito nella difficile realtà Friulana, pur essendo pugliese, egli molto spiritosamente si considerava, e addirittura si dichiarava, un “Friulano” dalle forti basi pugliesi-foggiane.

  • Colto, attento, arguto, coglieva sempre l’attimo e costruiva subito il ragionamento opportuno per un suo personale commento, che era inevitabilmente ben argomentato, frequentemente spiritoso, e sempre serio e ordinato.

  • Amava la musica e la pittura, che non dimenticava neppure durante le sue conferenze, nelle quali spesso inseriva riferimenti significativi alla storia, alla filosofia e, attraverso un linguaggio non verbale, anche alla storia dell’arte.

  • Si era ben inserito anche nel “sociale” sia locale che nazionale, che affrontava sempre seriamente, ben distinguendosi per impegno personale e grande attività.

  • Amava la “buona tavola” che significava un buon cibo e un buon bicchiere, ma anche un gradevole contorno conviviale tra amici e ricco di cultura locale.

… UMANITA’ NEL PROFESSIONISTA

  • Egli era uno di quei medici molto amati dai pazienti bambini (e tra questi da mio figlio e da mia nipote, che ancora chiede di lui!), che egli considerava «la ricchezza di un popolo». E, in quanto pediatra, non si limitava a curare i bambini, ma “curava” “ anche mamma e papà, cercando sempre di educarli nel loro mestiere di genitori.

La Persona Francesco portava sempre con sé la formazione etica e bioetica

  • Francesco pensava fermamente che guarire dal tumore era ed è sempre più possibile – cosa scientificamente vera - ma laddove ciò invece risultasse difficile, pensava costruttivamente alla necessità sociale di assistere e curare le persone fino all’ultimo giorno di vita”.

  • Egli era conscio dal fatto che la malattia oncologica causa un impatto devastante sulla vita del paziente e dei suoi familiari. Per questo motivo l’assistenza oncologica richiede in maniera sempre più pressante l’appoggio e il sostegno di figure professionali in grado di fronteggiare la malattia, decisamente al di là delle necessità strettamente fisiche”.

  • Francesco Cavallo si fece - e lo fu realmente - ambasciatore del fatto che “l’approccio al malato deve essere necessariamente ‘globale’ e che l’attenzione deve essere posta sulla persona, sui suoi specifici bisogni, lungo l’evolversi del male e nel percorso verso la guarigione.

  • Guarire si può, dunque, ma laddove non è possibile, è necessario assistere e curare le persone fino all’ultimo giorno di vita”.  

  • Questa filosofia sociale, che rientra appieno nello statuto della LILT, è una regola, anche di gestione, ed un credo, che noi tutti, volontari e amministratori LILT, rispettiamo con convinzione.

  • Proprio la presidenza della LILT, raggiunta nell’anno 2000, gli offrì la possibilità di operare e realizzare in qualche modo la sua convinzione, anzi, gli offrì tre opportunità che egli seppe cogliere pienamente e che faranno di Lui colui che ha cambiato e innovato la LILT della Provincia di Udine, rilanciandola e portandola ad una più moderna e strategica operatività, sempre tesa alla diffusione della Prevenzione.

  • La prima opportunità realizzata partì dal “guarire si può …” e portò Francesco Cavallo nel 2005 a creare e organizzare il “Centro di Prevenzione e Ascolto Nella Arteni”, operativo nel campo della prevenzione secondaria, con una funzione tipica del Counselling, a supporto della Sanità pubblica, in modo da rastrellare, recuperare e ricondurre nell’ambito della stessa i “fuggitivi” per scarsa fiducia, per incomprensioni, o per negligenza. Nel 2014, guidato e coordinato dai medici volontari Libero Grassi e Piergiorgio Passone, il Centro ha superato le 1300 visite gratuite.

  • La seconda opportunità che concretizzò nel 2005, non meno importante, fu che, con saggia previdenza, il dott. Francesco Cavallo, rafforzando così ulteriormente la collaborazione con il Dipartimento di Oncologia, operò per offrire a malati e loro familiari un servizio di assistenza psicologica, funzionante all’interno del reparto.

  • L’attività, oggi fiore all’occhiello della LILT Udine, ormai “strutturata” e in sintonia con il Dipartimento stesso, nel 2014 ha toccato il traguardo di ben 1100 colloqui psiconcologici e dal 2015 il personale a carico LILT, specializzato e dedicato a tale attività, che fra breve comprenderà anche l’elaborazione del lutto, è salito a ben tre unità.

  • La terza opportunità che seppe cogliere fu quella che, nel 2007, lo spinse, con la collaborazione del signor Eddi Rota, successivo Presidente della LILT, ad aiutare il Dipartimento di Oncologia a realizzare il Centro cure palliative in prossimità dello stesso. Tutti ricordano quanto impegno e quanto amore avesse dedicato per promuovere la raccolta fondi e crearvi il Centro per le cure palliative.

UNA CARA MEMORIA CONCLUSIVA

Concludo con una piccola ma significativa memoria personale, che mi rimarrà sempre ben impressa nella mente e nel cuore, e che s’inserisce in qualche modo anche nel tema della conferenza odierna. Essa mi permette di sintetizzare quale testimonianza ha lasciato in me la conoscenza di Francesco, come migliore attestazione della sua umanità.

Già mi aveva a suo tempo molto colpito la sua magistrale e articolata capacità di analisi e sintesi nell’individuazione delle valorialità filosofiche e scientifiche, senza logiche di schieramento, relative agli attori principali dello sviluppo della vita della persona umana: embrione, donna, coppia, famiglia; espresse queste nell’ambito di un Convegno dei Medici e Giuristi Cattolici Italiani del 16 ottobre 2004, del quale la LILT conserva gli atti.

  • Era palese, e lo è tuttora, che in Lui albergava una certezza non discutibile e molto pesata nelle parole: ad ogni essere umano, dal concepimento alla morte naturale, va riconosciuta la dignità di persona.

  • Ricordo. Al termine della seconda conferenza da Francesco tenuta il 6 dicembre 2011, presso la Sala – teatro della Parrocchia di S. Nicolò - Tempio Ossario, che di fatto era la seconda di un mini-ciclo sui Confini della Vita:

“Inizio della Vita Umana, tra Natura, Scienza ed Etica”  la prima,

e

Tutela bioetica della persona nel fine vita: “Il malato, la famiglia, la società”  la seconda,

lasciò ai presenti, ma anche e soprattutto agli amici - e non solo - una breve massima, tratta dalla saggezza di un popolo africano, che io credo ancora oggi rappresenti la sintesi del credo etico di Francesco Cavallo, quasi un testamento spirituale:

  • Quando la vita si prepara, si annuncia.
  • Quando la vita viene, si accoglie.
  • Quando la vita s’incrina, si raddrizza.
  • Quando la vita si allontana, si accompagna.

Ciao Francesco!

18 aprile 2015                                                                                                                      

Giorgio Arpino